mercoledì 30 dicembre 2009

Le sorelle Marolles

Nel Borgo venariese si vede una torretta che spicca su tutti gli altri tetti.
Era la torre delle Trois Marolles. Le due sorelle e la madre che data la loro bellezza conquistarono Carlo Emanuele II di Savoia, infatti da Gabriella di Mesme di Marolles e il duca nacque Francesco Agostino, futuro conte delle Lanze.

sabato 5 dicembre 2009

Il Fantasma del Grissino

Quando si parla della Venaria Reale è solito ricordare il Fantasma del Grissino. Venaria è la culla del grissino, sorta di pane biscotto di forma lunga dalla consistenza friabile, camminando nella contrada Maestra, verso quella che oggi è piazza Don Alberione, si trovava la bottega della Ghersa, antico pane di forma allungata, mal cotto quindi inquinato di germi patogeni intestinali che creavano delle forti gastrointeriti.
Il Duca Vittorio Amedeo II di Savoia era assai fragile come ragazzo, soffriva soprattutto di disturbi intestinali (in particolare di gastroenterite batterica) che ne determinavano un difficile sviluppo ed una struttura assai gracile. Questo lo portò quasi alla morte, fu allora che sua madre Maria Giovanna Battista di Nemours chiamo il medico di corte Don Baldo Pecchio (di Lanzo Torinese) per trovare una cura, il quale ebbe un'incredibile trovata. Si dice che il medico avesse sofferto in gioventù di analoghi disturbi intestinali che erano stati guariti con pane "ben lievitato, ben cotto, con poca mollica e molto croccante".
La sua diagnosi e il successo di quell'esperienza giovanile spinsero il medico di corte a rivolgersi al panettiere di casa Savoia, Antonio Brunero di Lanzo, per riproporre tale terapia. Dalla preparazione della Ghersa separò delle lunghe liste di pasta lievitata, larghe circa mezzo pollice e lunghe due spanne per poi stirarle con "il solo movimento delle mani e la trazione delle braccia".
Da tali listarelle, così stirate, poste successivamente a cottura, i due sperimentatori erano così riusciti ad ottenere dei "bastoni di pane ben cotti, anzi "bis-cotti", con assenza quasi totale di acqua, friabili, aromatici, con poca o nulla mollica e tanta crosta dorata". In altre parole il prodotto che si riteneva indispensabile per tentare di guarire il giovane sovrano.
Fu così che dopo la sua guarigione Amedeo di Savoia restò legato a Venaria a tal punto che il suo fantasma, si dice, sia ancora all'interno della Reggia, girovagando con un grissino appena sfornato in mano.